RIDURRE LA MORTALITÀ ASSOCIATA AL FUMO DI TABACCO
Il consumo di tabacco è ormai diventato, a livello mondiale, la prima causa di morte evitabile. Il Rapporto 2008 dell’OMS sull’epidemia globale di tabacco riporta i dati relativi a 135 Paesi e fornisce un’analisi dettagliata sui modelli di consumo, i decessi associati al consumo di tabacco e le conseguenti misure da adottare per poter ridurre i tassi di mortalità.
Il fumo del tabacco rappresenta un fattore di rischio in almeno sei tra le principali otto cause di morte
La percentuale di decessi attribuibili al tabacco varia tra il 25 e il 50% e, in media, ogni fumatore abituale perde circa 15 anni di vita. Il numero totale di decessi attribuibili al fumo di tabacco e correlati allo sviluppo di varie patologie quali la cardiopatia ischemica, la cerebropatia vascolare (ictus), la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e molte altre patologie è destinato ad aumentare da 5,4 milioni nel 2004 a 8,3 milioni nel 2030, con approssimativamente un 10% in più di decessi in tutto il mondo. E’ tuttavia nei paesi in via di sviluppo che si concentrerà l’80% dei decessi.
Il fumo di tabacco è diffuso in molti paesi
In molti paesi, la prevalenza del fumo di tabacco è ancora decisamente elevata. Secondo le stime per il 2005, la percentuale di fumatori adulti nel mondo è pari al 22%, con il 36% e l’8% rispettivamente per gli uomini e le donne.
Nei Paesi dell’Europa centrale e orientale, il fumo di tabacco riguarda più di un terzo degli adulti (uomini e donne). La prevalenza è altrettanto elevata nell’Asia sud-orientale e nelle regioni settentrionali e occidentali dell’Europa. Quasi due terzi dei fumatori nel mondo, comunque, vivono nei 10 paesi seguenti che, nell’insieme, comprendono il 58% della popolazione mondiale: Bangladesh, Brasile, Cina, Germania, India, Indonesia, Giappone, Federazione Russa, Turchia e Stati Uniti.
Gli sforzi per il controllo del consumo di tabacco coinvolgono solo il 5% della popolazione mondiale
Per attuare un’efficace attività di controllo, l’OMS propone un pacchetto di 5 strategie di azione: ambienti smoke-free in cui il fumo sia interdetto, programmi di sostegno per chiunque intenda smettere di fumare, avvertenze grafiche sui pericoli del tabacco per la salute dei fumatori, divieto di pubblicità, promozione e sponsorizzazione, aumento delle tasse sul tabacco.
Circa il 50% dei paesi del mondo non ha implementato alcuna delle strategie proposte, nonostante tali strategie evidenzino un buon rapporto costo-efficacia. Solo il 5% della popolazione mondiale vive in Paesi che applicano almeno una di queste strategie.
Interpretazione di dati e stime
I dati sulla prevalenza del fumo sono il risultato di indagini condotte sulla popolazione tramite somministrazione di interviste, che prevedevano una serie di domande concernenti il consumo di tabacco. Le indagini in questione differiscono molto tra loro quanto ad ampiezza del campione e rappresentatività di tutte le fasce di età della popolazione. Alcune sono principalmente focalizzate sul fumo di sigarette, altre prendono in considerazione anche altre modalità di uso del tabacco quali pipe, sigari, tabacco da masticare. Alcune indagini si rivolgono esclusivamente ai fumatori abituali, altre anche ai fumatori occasionali. Sebbene esistano standard internazionali cui fare riferimento in caso si debba condurre un’ indagini sul fumo di tabacco, ma non tutti i paesi sono in grado di fornire dati che soddisfino tali standard.
Per il Rapporto 2008, come abbiamo già detto, sono stati considerati i dati relativi a 135 paesi, che per l’appunto soddisfano gli standard internazionali quali la data di effettuazione dell’indagine, l’indice di rappresentativa della popolazione generale, la definizione di uso e consumo del tabacco e la rappresentatività di tutte le fasce di età nel campione.
I dati relativi a 18 paesi non soddisfacevano questi standard internazionali, sia perché riportavano informazioni non aggiornate, sia perché i metodi di indagine non erano comparabili. Per 41 paesi non si hanno dati disponibili.
Quando si intende effettuare una comparazione sul fumo di tabacco tra paesi diversi e in differenti periodi di tempo, il problema che più frequentemente si impone è la possibile influenza delle modifiche della struttura e dell’età della popolazione. E’ importante evitare di incolpare la politica del governo di tali modifiche che, in realtà, non sono altro che il risultato dei cambiamenti occorsi nella struttura della popolazione. Per poter, quindi, realizzare delle comparazioni significative occorre che le stime di prevalenza sul consumo di tabacco siano standardizzate in base all’età, come peraltro è stato fatto per il Rapporto del 2008 nel quale ci si basati sulla popolazione standard dell’OMS.
I dati concernenti l’adozione e implementazione di strategie di azione mirate al controllo del tabacco sono stati raccolti dai diversi “focal point” istituiti nei singoli paesi nell’ambito dell’iniziativa “Liberi dal fumo” promossa dall’OMS.
Si è proceduto, ricorrendo ad una serie standard di criteri, alla identificazione di cinque esperti appartenenti a paesi diversi, con una buona esperienza e conoscenza sulle strategie adottate a livello locale. Per la realizzazione del Rapporto del 2008, questi esperti hanno risposto ad un questionario di 32 domande concernenti le politiche e le azioni effettivamente messe in atto in tema di controllo del tabacco. Sebbene siano questionari standard, la possibile autovalutazione di quanto attuato dal singolo paese potrebbe in qualche modo equilibrare i dati presentati, anche se è estremamente difficile quantificarne il livello e la direzione. Nondimeno, i dati offrono un quadro esauriente e indicativo di quanto ancora bisogna fare per implementare le politiche di controllo del tabacco.