La paura di perdersi eventi, cose o fatti se non si controlla in modo costante il proprio smartphone. E’ questo il meccanismo che scatta nel cervello umano e che rischia di creare una vera dipendenza riconosciuta con il nome di Nomofobia. La comodità legata all’uso di un cellulare si è spinta oltre i limiti: non è più solo questione di chiamare una persona e comunicare, ma si tratta di un tipo di mondo ancora più vasto e ampio. Del resto la tecnologia ci spinge continuamente a cambiare, a essere continuamente aggiornati e al tempo stesso in connessione con i nostri amici. Se questo tipo di atteggiamento si spinge troppo oltre però può causare grandi danni.
Che cos’è la nomofobia?
Nel 2015 venne coniata per la prima volta questa parola, la nomofobia per l’appunto, usata per descrivere un fenomeno di portata mondiale. La parola infatti parte dall’abbreviativo inglese “no-mobile” e il chiaro suffisso di fobia. In questo modo rimanda a un intervista che venne condotta da “Il Fatto Quotidiano” a un gruppo di persone che hanno risposto scioccate davanti all’ipotesi di vivere senza il proprio smartphone.