Il consumo femminile di bevande alcoliche in Italia ha seguito un andamento parallelo a quello del mutamento del ruolo sociale della donna.
La donna italiana ha conquistato spazio sia nel mondo del lavoro che in ambito sociale e ciò ha determinato una sua maggiore disponibilità economica, maggiori contatti sociali e più tempo passato fuori casa impegnate in attività ricreative o lavorative. Questi cambiamenti sociali trovano riscontro anche nelle variazioni nel consumo di bevande alcoliche, sia per quanto riguarda gli stili e le occasioni, che per quanto attiene alle quantità.
Confrontando i dati delle rilevazioni effettuate dalla Doxa per l’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool sulla popolazione italiana da 15 anni in su, si nota come dopo un aumento consistente delle consumatrici, che passano da 61,1% a 69,8% e poi a 73% fra il 1994 e il 2000, la percentuale si abbassa leggermente nella rilevazione 2005 (70%). Rimane stabile il dato che vede il numero più alto di consumatrici appartenere alle classi sociali alte o medio-alte. Dal 1994 al 2005 c’è un aumento progressivo delle consumatrici regolari, cioè di coloro che consumano almeno un tipo di bevanda alcolica almeno una volta alla settimana, che passano dal 38% al 42% in 3 anni, per aumentare ancora in 8 anni fino al 53%. Parallelamente si assiste alla diminuzione delle consumatrici occasionali, mentre il numero delle non consumatrici rimane pressoché stabile. Per avere un termine di raffronto con gli uomini, i consumatori regolari nel 2005 sono l’83%. Si conferma un consumo abbastanza omogeneo per entrambi i sessi nelle diverse zone italiane, con una leggera prevalenza delle regioni del Nord Est rispetto al Nord Ovest e al Centro, mentre al Sud le percentuali sono leggermente più basse.